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Cod. 7886
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1709812159Cod. 7886 Globo TerrestreGlobo terrestre edito alla fine del XIX secolo dal geografo francese J. Forest; oltre alla mappa territoriale sono raffigurate le correnti oceaniche e le principali rotte commerciali del periodo. Sfera in cartapesta e gesso rivestita degli spicchi di carta da incisione su lastra di rame e acquerellata, base in legno tornito ed ebanizzato. Altezza cm 46 – inches 18.1, diametro sfera cm 23 – inches 9.1. Buono stato, segni di uso, leggero schiacciamento della sfera al polo Nord.
J. Forest realizzò una grande varietà di globi alla fine del XIX secolo e all’inizio del XX secolo, soprattutto per uso didattico. La sua variegata produzione comprendeva globi da tavolo, alcuni su basi in legno tornito ed ebanizzato, globi da terra e globi innovativi, come quelli dotati di basi rotanti meccanizzate, o globi che includevano accendini. Nel XX secolo Forest produsse globi illuminati con basi moderne in alluminio.
Il meridiano di Parigi fu definito il 21 giugno 1667 dai matematici dell'Académie, ma la misura del meridiano fu portata a termine solo nel 1718 da Giovanni Domenico Cassini e da suo figlio Jacques Cassini. Nel 1740, César-François Cassini rettificò la traccia e poi il meridiano fu nuovamente misurato dal 1792 al 1798 da Jean-Baptiste Joseph Delambre e Pierre Méchain, come base per stabilire la lunghezza esatta del metro nel 1799. Il meridiano di Parigi fu abbandonato a favore del meridiano di Greenwich durante la Conferenza internazionale di Washington del 1884. Alcune delle ragioni furono che agli antipodi di Greenwich non vi erano quasi per nulla terre abitate, la promessa britannica di adottare il sistema metrico in cambio della rinuncia francese al meridiano di Parigi, e il fatto che all'epoca la maggior parte della cartografia nautica fosse di origine inglese e che quindi adottare un meridiano diverso da Greenwich avrebbe costretto a sostituire un maggior numero di carte nautiche. In Francia il meridiano di Greenwich fu adottato ufficialmente solo nel 1911.
Il primo globo terrestre di cui si ha notizia è quello attribuito da Strabone, storico e geografo, al greco Cratete di Mallo (c.a. 150 a.C.). I primi globi agli inizi del XVI sec. furono costruiti sotto la spinta delle grandi esplorazioni geografiche ed iniziarono da subito ad essere impiegati per scopi didattici presso corti principesche, monasteri e collegi; il globo comincia in seguito a conquistare gli ambienti universitari e le scuole superiori ed inferiori. Nel XVIII secolo, il geografo ufficiale di Luigi XV re di Francia, Didier Robert de Vaugondy, grazie alla pratica acquisita nella costruzione dei globi, ampliò l’articolo “Globe” dell’Encyclopédie illustrando dettagliatamente la distinzione tra un globo celeste (che rappresenta la superficie concava del cielo con le sue costellazioni) e un globo terrestre (che rappresenta invece la superficie della Terra con i mari, le isole, i fiumi, le città, ecc.) e le tecniche per realizzarli: due semisfere di cartapesta pressate e modellate sopra o dentro uno stampo emisferico, essiccate e rafforzate all’interno con un’asse di legno, quindi incollate e ricoperte di uno strato sottile di gesso su cui venivano incollati i fusi del globo di zone comprese tra due meridiani, generalmente dodici, in carta precedentemente stampata da incisione su lastra di rame e colorati, ciascuno dei quali coprente 30 gradi di longitudine. Sarà con l’Ottocento del grande commercio, della circolazione e dell’introduzione dell’obbligo scolastico che il desiderio di conoscere paesi lontani aumenterà rendendo inadeguato il vecchio metodo di costruzione dei globi. Fusi stampati da lastre incise non bastano più e l’unica vera risorsa diventa la litografia attraverso la quale è possibile stampare ed aggiornare tempestivamente carte che col crescere delle scoperte geografiche effettuate nei vari paesi diventano obsolete sempre più rapidamente.
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